abbiamo qualcosa da dire

Un giorno il grande Budda passeggiava sulle rive dello stagno in paradiso. Nell’acqua fiorivano i fiori di loto. Era l’alba. Budda si fermò sulla sponda e attraverso una fessura fra le foglie del loto guardò il fondo dello stagno. Si sa che sotto lo stagno celeste si stende l’inferno e guardando attraverso la lente dell’acqua si vedono il Fiume dei Tre Guadi, il monte della Vetta e lo Stagno di Sangue.
Lo sguardo di Budda si soffermò su un dannato di nome Kanda, che annegava e riaffiorava, per annegare nuovamente nel sangue, fra migliaia di altri criminali come lui. Era un ladro, piromane e assassino, che però nella sua deplorevole vita aveva compiuto anche una sola buona azione. Un giorno infatti, in un angolo della cantina dove si era nascosto, vide un piccolo ragno. Alzò il piede per schiacciarlo, ma tutto d’un tratto esitò: pensò che poteva anche concedergli la vita e lo lasciò andare. Il grande Budda conosceva questa storia. Decise di ricambiargli il dono della vita concessa alla piccola creatura. Tra i fiori di loto trovò un filo di ragnatela e lo calò attraverso lo specchio d’acqua, giù, giù fino in fondo all’inferno. Kanda soffocandosi per l’ennesima volta con il sangue, alzò per caso lo sguardo e intravide il filo argenteo scintillare nell’oscurità. Un filo così sottile, che un fiato pareva poterlo spezzare. Nonostante tutto il condannato lo afferrò e iniziò ad arrampicarsi. Passarono i giorni; Kanda si fermò finalmente per riposare. E guardò verso il basso: lo Stagno di Sangue era sparito nel buio non si vedeva più il Fiume dei tre Guadi, le punte della Vetta brillavano vagamente molto più in basso. Quella vista gli infuse speranza e forza. Quando però riprese ad arrampicarsi si accorse che sotto di lui, lungo lo stesso filo saliva un coda interminabile di peccatori, a centinaia, a migliaia, come una processione di formiche. Kanda si spaventò. Il filo non poteva tenere il peso di migliaia di anime cariche dei più pesanti crimini! “ Questo è il mio filo! – urlò verso il basso – con che diritto vi attaccate? Chi vi ha dato il permesso? Andatevene – subito- andatevene!”
E allora accadde. Il filo si spezzò, proprio sopra le mani di Kanda. E tutti rotolarono giù. E il grande Budda che stava osservando tutto si girò disgustato. In paradiso si avvicinava mezzogiorno.